Sicuramente ne avete sentito parlare, dalla televisione, dai critici d’arte, dalla cassiera e persino dalle vecchiette sull’autobus: The Floating Piers, ovvero, l’opera di quello, il cui nome assomiglia ad uno già sentito, che ti fa camminare sull’acqua, come soleva fare il suo omonimo.Molto probabilmente ci siete stati, quasi sicuramente avrete letto articoli a riguardo, in cui si sprecavano sinonimi di “mirabolante” e “sensazione”.
Perciò, saltiamo subito i convenevoli, perché se gli altri vi hanno parlato dell’incredibile emozione che si prova camminando sulle acque, noi vogliamo parlarvi di altro.
Del lato oscuro del ponte.Per vedere il ponte di Christo è consigliato prenotare il traghetto, è scritto dappertutto: su internet, sui cartelli stradali, sui flayer pubblicitari, sulle notizie sponsorizzate su facebook, OVUNQUE.
Infatti noi non l’abbiamo prenotato, dicendoci tra noi e noi: figurati, se tutti prenotano, la fila per i non prenotati sarà cortissima.Che ammettiamolo, in realtà, era solo per auto perdonarci il fatto che abbiamo deciso di intraprendere quest’avventura nella tarda mattinata di un Lunedì di fine Giugno, senza esserci organizzati prima.E’ stato piacevole scoprire che l’incapacità organizzativa è in realtà piuttosto diffusa, sia in Italia che all’Estero, tant’è che ci siamo trovati in compagnia di una popolazione mista ed europea ad aspettare 3 ore in coda sotto il sole, all’ingresso del traghetto, mentre coloro che avevano prenotato, con aria di commiserazione salpavano per la meta.Intanto che molti demordevano abbandonando il fronte, alcuni ragazzi hanno fatto cadere un pregiatissimo iphone 6s a bordo lago ed un aitante giovane tra loro, per far bella figura con la donzella un po’ sbadatella, che aveva fatto il danno, si è lanciato con pantaloncini e calze per il recupero del tesoro. Ovviamente fallito.
Dall’altra parte G. ha rischiato lo svenimento parecchie volte, accasciandosi quasi a terra, ma salvandosi ripetendo tra sé e sé il mantra “seisopravvissutaallacodadelpadiglionedelgiapponedaicelapuoifare, seisopravvissutaallacodadelpadiglionedelgiapponedaicelapuoifare, seisopravvissutaallacodadelpadiglionedelgiapponedaicelapuoifare, seisopravvissutaallacodadelpadiglionedelgiapponedaicelapuoifare”.
Saliti sul traghetto la situazione che si è presentata è stata più o meno questa:Iseo come Lampedusa. Per spuntare devi avere un ciuffo e le basette.Messo piede sull’altra sponda, quasi spazzati via dal fiume di folla, sempre più perplessi, probabilmente per il sole che ormai aveva alterato le nostre capacità di percezione, ci siamo diretti verso l’inizio della passerella sull’acqua e lì, abbiamo capito la nostra vera missione, la nostra autentica avventura della giornata:Testimoniare i visitatori del ponte, non il ponte, men che meno il camminare sull’acqua.Dal sole che schiaffeggiava la superficie di plastica del ponte, rendendo i colori saturi e illuminando i volti e i corpi delle persone, è uscito Martin Parr che, con occhio sornione, ci ha detto:Fatelo, ragazzi, fatelo, testimoniate il “Dark Side of the Piers”E quando Martin Parr ti appare tra una luce irreale e colori saturi, tu non puoi far altro che rispondere.
Chiediamo venia a Martin Parr, ovvio, ma ci siamo sentiti parte di quell’incredibile gregge umano, tutti portatori insani di un fatidico destino e abbiamo capito quale fosse la differenza fondamentale tra Cristo e noi esseri mortali nel camminare sull’acqua.Che forse lui non aveva ombrellino e foularino.Né infiniti pixel e sensori.e di certo non doveva soffrire il caldo.Sull’opera in questione si sono già espressi autorevoli critici e più o meno tali blog, noi preferiamo lasciare ai posteri l’ardua sentenza, l’unica certezza che abbiamo è che, come diceva l’amico Bukowski:
“La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga neanche il biglietto”
Avete tempo fino al 4 Luglio per visitare l’opera di Cristò e direi che ne vale la pena.
Andate!
Buona avventura,
Dai vostri mangiatori di pizza.
😉
Vorrei lasciare un commento feroce, non su di voi che avete documentato bene il senso, ma sul vostro soggetto. Però non lo farò. Penso male, ho la medesima opinione sull’Expo.
Mi limito: la coda muove le masse.
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LA CODA MUOVE LE MASSE è il nuovo motto dell’arte e della cultura contemporanea. Davvero. Su Expo e su questa manifestazione allora la pensiamo proprio sullo stesso modo 😉
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Martin Parr vi è apparso come la Madonna! hahaha La cosa più meravigliosa che potevate avere in questo caso!
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Lo crediamo anche noi! Infatti la sera siamo andati in chiesa ad accendere un cero per lui e adesso abbiamo costruito un altarino in casa che rispecchia la nostra devozione per San Parr! ahahha!! 😉
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HAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH
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